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ROMA E LA SUA ACQUA

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Sin dai tempi antichi, lʼacqua è stata protagonista. Portatrice di benessere e igiene, ma anche di ricerca della bellezza. Nellʼantica Roma lʼacqua arrivava in abbondanza attraverso gli 11 acquedotti costruiti con grande maestria dagli ingegneri del Senato e del Popolo Romano e veniva distribuita capillarmente in tutta la città.

Arrivava alle fontane, ai Palazzi, alle ville, ai condomìni, ai luoghi di spettacolo, per soddisfare la sete dei Romani, e riforniva anche le vasche e le piscine delle terme pubbliche e private. Lʼacqua non era solo un bene di prima necessità ma anche un elemento decorativo integrato nel tessuto architettonico della città: bellissime fontane, piccoli e grandi ninfei, laghi artificiali e giochi dʼacqua erano di gran moda nellʼantica Roma come lo diventarono nuovamente nella Roma dei Papi dal ʻ400 in poi.

 Roma è ancora la città delle piazze e delle fontane grazie alla ricerca della bellezza rinascimentale che ha voluto far rivivere la Roma Antica, per sempre fonte di ispirazione e rinnovamento.

 Durante lʼImpero, gli antichi Romani avevano 1.000 litri dʼacqua al giorno a disposizione, in una città di più di un milione di abitanti, ed ora? La città conta 3 milioni di abitanti chepossono disporre di 500 litri dʼacqua al giorno, a testa. Un vero privilegio! A Roma ci si può fermare a bere alle fontanelle agli angoli delle strade: sono i caratteristici Nasoni, di forma cilindrica, abitualmente in ghisa ma anche in travertino e se ne contano 2.500 in tutta la città.Anche nella maggior parte delle case, lʼacqua del rubinetto è ottima ed una delle migliori dʼItalia, questo secondo una recentissima ricerca ufficiale sulle acque potabili e casalinghe italiane, che ha coinvolto 35 città. Il prelievo è stato fatto in Piazza San Pietro per studiarne la qualità: presenza di calcio, durezza, fluoruri, solfati, fattori inquinantibassissimi e assenza di solventi o di metalli, la rendono ottimale. “Lʼacqua di Roma è buona e sicura”, dichiara Silvia Castronovi di Altroconsumo. Lʼacqua di Roma è unapreziosa risorsa, distribuita attraverso 5.600 km di condotte, e viene regolarmente analizzata per conto dellʼ ACEA per attestarne la qualità.

 

Alcune curiosità toponomastiche di Roma – 2 parte

Proseguiamo l’itinerario alla scoperta dei nomi romani, con il vasto repertorio di vicende, miti, aneddoti e segreti che riposa in quei nomi. Molta storia della città è contenuta anche nei nomi delle numerosissime chiese. Piazza della Pace (a pochi passi da Piazza Navona), per esempio, costituisce un piccolo slargo, quasi nascosto, che deve il suo nome a un momento importante della storia d’Italia. Intorno al 1480, qui c’era una chiesetta intitolata a Sant’Andrea che aveva all’esterno un’immagine della Madonna. Durante una serata all’aperto, finita in rissa, una sassata colpì il volto di Maria che cominciò a sanguinare. Papa Sisto IV si recò in processione sul luogo del prodigio e lo interpretò come un monito contro le guerre che dilaniavano l’Italia dopo la congiura dei Pazzi a Firenze. Il pontefice volle che sul posto fosse costruito un tempio dedicato alla Madonna della Pace, quale voto per invocare Maria affinché scongiurasse altre lacerazioni nella penisola.

Piazza della Pace

 Altra curiosità riguarda Piazza della Quercia (alle spalle di Piazza Farnese), l’origine del cui nome è ancora dubbia. La versione più accreditata è quella che racconta di una chiesetta, affidata nel 1532 alla potente corporazione dei macellai romani. Come è tradizione, i lavoratori appartenenti alla stessa categoria provenivano per la maggior parte dalla stessa località, in questo caso, da Viterbo e dal suo contado. La chiesetta, che era in origine intitolata a San Nicolò di Capodiferro, sarebbe divenuta Santa Maria della Quercia per onorare anche a Roma la Madonna venerata nell’omonimo santuario di Viterbo, dove si custodisce l’immagine miracolosa dipinta sopra un coccio di tegola, trovata appoggiata al tronco di una quercia.
Piazza della Quercia

I gatti di Roma

Chi parla di Roma, pensa alle meraviglie della città eterna, ai numerosi monumenti che raccontano secoli di storia, ai musei che accontentano la curiosità di turisti da tutto il mondo ma raccontano altrettante storie di personaggi famosi e non solo…

Non tutti, però, si accorgono che ad ogni angolo della città, ci sono centinaia o forse migliaia di fortunati testimoni, i più comuni, della vita quotidiana: i gatti di Roma!!!

Splendidi felini di ogni razza e dimensione, variopinti e d’un solo colore, di quartiere o privati.

Piccoli e dolci esserini che si mimetizzano tra le auto nei parcheggi, tra i passanti di ogni luogo, sulle panchine nei parchi o nel bel mezzo del traffico, e che spesso e volentieri donano colore e grazia alle infinite bellezze della capitale.

Gatto al Colosseo

Sono così partecipi della vita capitolina che ormai nei negozi frequentati dai turisti non può assolutamente mancare la classica cartolina con un felino ai piedi di una storica statua o che, stanco nei mesi più caldi, si disseta nella Fontana di Trevi o nella Fontana della Barcaccia (meravigliosa opera del Bernini) posizionata a Piazza di Spagna.

Famosa Cartolina

Protagonista del panorama romano, la popolazione felina è sempre più grande, tanto che si arriva addirittura a oltre 300 colonie con varie sedi.

Sono anche molto note le cosiddetta “gattare”, ovvero le classiche vecchiette che si occupano di questi animali, se li coccolano e ci dedicano molto tempo oltre che dare loro da mangiare e spesso e volentieri curarsi della loro salute e pulizia.

C’è comunque da notare che non sempre sono vecchiette, ultimamente mi capita sempre più frequentemente di vedere ragazzi e intere famiglie che se ne curano nonostante sia spesso difficile accoglierli sempre all’interno delle proprie case.

Spesso ci sono addirittura interi condomini che “adottano” come mascotte questi bellissimi animaletti.

Gatto di Roma

Speriamo questa abitudine prenda sempre più piede nella vita cittadina, non bisogna avere animali domestici dentro casa per amarli e prendersene cura ugualmente.

Alcune curiosità toponomastiche di Roma

Che Roma sia una miniera di storia è sotto gli occhi di tutti, non fosse altro perché è una città con tremila anni sulle spalle! Ma forse quello che sfugge ai numerosi turisti che ogni giorno la visitano è “l’altra storia” della capitale, quella umile, quotidiana che solamente un occhio attento riesce a intravedere, quella fatta di osterie, mercati, tradizioni, quella insomma, racchiusa nella toponomastica capitolina. Il nostro viaggio a caccia di curiosità toponomastiche parte da una piazza nel cuore della città che ospita un tipico mercatino di dimensioni ridotte. Piazza delle Coppelle: un fazzoletto di spazio occupato da pochi, affollatissimi banchi; voci che s’accavallano, bucce sotto i piedi; odori forti. Il nome della piazza trae origine dal mestiere prevalentemente esercitato in zona: qui erano insediati i “cuppellari”, fabbricanti di “cuppelle”, i piccoli barili che servivano per il trasporto del vino. E così, Roma riconoscente intitolò alla categoria una chiesa, Santa Maria in Cappella, dove “Cappella” richiama l’antico nome di “cuppella”.Via delle Coppelle Di tutt’altro segno e assai curiosa, l’origine del nome di via dell’Arco della Ciambella. Sembra che derivi da un ritrovamento fatto nel XVI secolo, che allora fece scalpore: durante gli scavi delle terme di Agrippa al Pantheon, voluti dal cardinal della Valle, fu ritrovata una corona imperiale dorata che circondava l’occhio della volta. La corona apparve somigliante a certe ciambelle che all’epoca si mangiavano a Roma. L’oste di un’osteria lì accanto, cavalcò l’onda dell’entusiasmo per il ritrovamento e intitolò il locale “all’Arco della Ciambella “. A oggi il nome è l’unico sopravvissuto: la locanda è scomparsa e i resti delle terme furono demoliti.Via dell’Arco della Ciambella

La magica Villa D’Este a Tivoli

Non molti sanno che al di là delle meraviglie storiche, culturali ed artistiche che la città eterna offre ai suoi turisti, ci sono anche delle bellissime aree periferiche (facilmente raggiungibili e in poco tempo!!!) che permettono di scoprire altre facciate dello spirito della capitale.
Tra queste, l’incantevole cittadina di Tivoli (circa 500 anni più antica di Roma) a una trentina di km dalla capitale, che con i suoi 60 mila abitanti, gli storici vicoletti e le meravigliose ville, dona momenti suggestivi e un incantevole panorama di Roma grazie alla sua posizione sui Monti Tiburtini, dai quali è possibile scorgere (tempo permettendo) la cupola di San Pietro, e non solo…
Particolarmente interessante è la visita di Villa D’Este, la famosa villa rinascimentale eretta a partire dal 1550 dall’architetto napoletano Pirro Ligorio, su commissione del cardinale Ippolito II D’Este.
Oltre agli interni del palazzo (3 piani di stanze decorate con molta cura) la struttura offre 35 000 mq di giardini, ornati dalle meravigliose fontane e cascate, alimentate dalle acque del fiume Aniene, grazie a particolari condutture idrauliche.
Tra i meravigliosi giochi d’acqua il più singolare è quello dalla Fontana dell’Organo. Qui, la caduta dell’acqua, crea spostamenti d’aria all’interno di alcune canne, mentre un altro congegno preme su dei tasti creando delle spettacolari melodie. Ogni 2-3 ore, circa, viene attivata questa incantevole struttura.

Fontana dell’Organo 

Altrettanto affascinante è la corsia delle 100 fontane, distribuite su 3 piani (in rappresentanza dei fiumi Aniene, Albuneo ed Ercolaneo) e con varie forme tra cui quelle dello stemma degli Este (gigli e aquile).

Cento Fontane

L’elenco delle meraviglie potrebbe continuare a lungo…
Abitando molto vicino, ho effettuato varie visite nel luogo con l’intento di far conoscere ad amici e parenti che vengono da lontano, le meraviglie della zona e devo dire che ogni volta se ne scoprono di nuove.
Durante il periodo estivo è consigliabile anche la visita notturna che con i giochi di luce ed acqua dona una vena magica agli incantevoli giardini estensi…. oltre ad essere davvero economica!!!

Fontana dell’Ovato di notte

Come raggiungere Tivoli da Roma?
Dalla Stazione Tiburtina (linea B/blu della metropolitana) il treno arriva in circa 30/60 min (dipende se il treno è diretto meno).
Altrimenti dalla stazione di Ponte Mammolo (linea B/blu della metropolitana) partono continui autobus per Tivoli. Consigliabili quelli che fanno l’autostrada A24 poichè si risparmiano il traffico di Via Tiburtina!
Una volta arrivati a Tivoli, ci sono ovunque indicazioni per raggiungere la Villa, se non li vedete basta chiedere!!!

Dal Giardino degli Aranci al Giardino delle Rose.

Per chi è abituato a pensare alla Città Eterna solo come una caotica metropoli, essenzialmente piena di traffico, autoveicoli e gente sempre in fermento si stupirà di sapere che proprio nel cuore della Città e precisamente nel quartiere Aventino si trovano il Giardino degli Aranci e il Giardino delle Rose. Realizzato dell’architetto Raffaele de Vico, Giardino degli Aranci è un parco di circa 7.800 mq e il cui nome deriva dalla presenza caratteristica di numerose piante di aranci amari, un ampio viale da cui è possibile vedere gran parte di Roma, immersa nella suggestiva cornice del luogo.
Gli architetti, e in particolare la Famiglia Savelli, decisero di rendere il luogo ancora più  particolare ponendo nelle immediate vicinanze una costruzione serrata
attraverso cui osservando dall’occhiello del suo portone, è possibile vedere la maestosa Basilica di San Pietro, circondato in un lunghissimo viale di alberi di arancio.

giardino degli aranci

roseto

A poca distanza troviamo il meraviglioso Giardino delle Rose, con le sue 1100 diverse specie di rose. Per gli amanti della natura, questo singolare luogo mette a disposizione la possibilità di ammirare tante tipologie di piante diverse tutte in una volta sola!

Il Roseto istituito nel 1931, andò interamente distrutto durante la seconda guerra mondiale così nel 1950, in accordi con diverse istituzioni il giardino fu interamente ricostruito ma questa volta con una forma decisamente singolare:  i vialetti che dividono le aiuole del settore delle piante esotiche formano il disegno di un candelabro a sette braccia.
Ancora convinti Roma = metropoli, beh… Welcome to the Paradise!!!

Musei Vaticani… lunghe code ma non per tutti!

Vatican museum line

Come molti sanno, per entrare ai musei vaticani ci sono  code lunghissime di diverse ore… solo i gruppi accompagnati da una guida turistica (solo per i tours ufficialmente accreditati) possono entrare direttamente senza  attese.

Solitamente il prezzo di una visita turistica ai musei vaticani è di  35 euro a persona, ma abbiamo trovato in rete chi propone  la possibilità di entrare senza fare la fila spendendone solo 23,50… entrando con un accompagnatore ufficiale…. che ad un certo punto… vi lascerà soli nei musei vaticani!
Ovviamente la pratica è pò strana … ma questo è quello che propongono su  http://www.rome-museum.com 
A giudicare dai racconti su tripadvisor sembra che le cose vadano proprio come dicono, si entra con la guida e poi una volta dentro ci si saluta….

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