ACCA LAURENTIA: ROMA EROTICA

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Leggenda vuole che Romolo e Remo, i fondatori di Roma, siano stati
adottati da una lupa e per questo la Lupa è diventata un simbolo della
città. “Lupa” è però una parola ambigua. Così venivano chiamate le
prostitute, da cui deriva il termine “lupanare”, cioè bordello. Si dice che
Acca Laurentia, la moglie del pastore che aveva trovato i due infanti e che
probabilmente li adottò, fosse una “lupa”, cioè una prostituta. E se la
vulgata ammanta di favola le origini della città eterna, fuor di metafora
potremmo dire che Roma già nasce con la propensione al casino.
Roma antica, sia quella repubblicana che quella imperiale, era piena di
postriboli, anche se venivano collocati ai margini della città. Per i romani
la frequentazione delle prostitute era un fatto erotico più che necessario:
essi prediligevano l’amore mercenario come particolare godimento e, a
loro volta, molte donne – le oneste matrone – spesso si camuffavano da
“lupe” per frequentare i bordelli e goderne dei servizi – diciamo così –
spersonalizzati. La stessa Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, si
mimetizzava sotto falsi nomi e false vesti per frequentarli.
Senza addentrarci troppo negli oscuri meandri della sessualità, questa
forma di “erotismo” – oltre ad essere una sorta di retaggio delle origini –
sembra dovuto al culto di Venere Ericina, che a differenza della Venere
ellenica, simbolo di bellezza e di castità, era simbolo di fecondità, dunque
di amore carnale e come tale, appunto, “venerata”. E se valgono i
sillogismi teorizzati da Aristotele, la pratica della prostituzione nella
Roma Imperiale discende in definitiva da motivi “religiosi”.
Grazia brasi
Centro Guide Roma